26.2.13

Pensieri erranti a CUBA


Cuba non é stato un viaggio, almeno non é stato un viaggio come lo si puo’ concepire nel modo classico del termine. E’ stata una immersione ad occhi aperti ed orecchie spalancate in un popolo che ha cambiato il suo destino rendondolo unico al Mondo per piu’ di 50 anni. Mi servivano immagini e parole per poter decifrare un rebus che avevo difficoltà a risolvere dalla lontana Europa. Queste pagine che ho messo insieme mi permettono, con foto e testi, di poter mettere a fuoco qualcosa che ho sentito nel mio cuore e fatto volare nella mia testa. Le parole sono sempre difficili da scegliere quando si tratta di riassumere in qualche linea un popolo, uno stile di vita oppure una nazione. Lo é ancora piu’ difficile se lo si vuole trovare durante un semplice, corto viaggio. C’é pero’ una parola, che nelle sue diverse sfaccettature,piu’ di tutte ha avuto un senso nel mio approccio alle immaggini di questo popolo: movimento. Il movimento, nelle sue diverse pensate, é il modo di essere dei cubani. Lo é il Movimento come moto fisico di un corpo, di queste membra che ma si arerstano, ne durante il giorno ne durante la notte. E’ Movimento delle composizioni musicali, che ritmano la vita di questa isola piu’ del semplice sorgere e cadere del sole. E’ il Movimento nel senso filosofico del termine, il divenire, lo scorrere senza fine della realtà, perenne nascere e morire delle cose, in particolare degli oggetti che su quest’isola sembrano non sparire mai, ma diventare inconsciamente baluardi di moderni concetti come il riutilizzo e il riciclo degli oggetti. Ed é infine il Movimento tout court del 26 di Luglio, il movimento che ha liberato l’isola dal neocolonialismo, il movimento che ha dato voce a tutti, cancellando il concetto di ineguaglianza del genere umano.